sabato 14 gennaio 2017

Numeri, bloggers & Narrazioni

Se ne rendano conto, lor signori,
in questo momento hanno il privilegio di stringere nelle loro mani un ossimoro. Non  temano: anche in me, sino a pochi anni fa, la parola ossimoro suscitava preoccupazione, sembrandomi alludere, per qualche misteriosa ragione, a un animaletto peloso, con dentini aguzzi e occhietti maligni. Adesso l’ho imparato: dicesi ossimoro, dal greco oxùs (acuto) e moròs (sciocco), una figura retorica che consiste di due termini in forte antitesi tra loro, quasi incompatibili . Esempio:’"brivido caldo, disgustoso piacere, eloquente silenzio".
Vi prego della cortesia di un applauso: il geniale passatempo (ossimoro?) che in questo momento vi presento con il calore di una amicizia  che a me sembra già  fondata, i nostri 21 lettori di manzoniana memoria, noi , voi stessi e  chissà chi altri, quando giungeremo al fondo di questa pagina  vareremo   sull’infinito  oceano informatico  un' allegra orchestrina di ottoni, che suonerà interminabilmente Oh, Yellow Submarine (so bene che non è il più bel lascito dei cinque reucci della canzone, ma a me piace così).

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